Svět bez válek a násilí

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Chomsky: lo scudo spaziale è un'arma di attacco

Tolstoj - Gandhi - King - Silo

Storia della Nonviolenza

COSA E´ LA NON VIOLENZA ATTIVA?

 La violenza nel mondo di oggi cresce e si espande in tutti campi, generando un clima di paura, incertezza, asfissia e chiusura. Non si tratta solo della violenza fisica della guerra e della criminalità, ma anche di quella economica, razziale, religiosa, psicologica, di quella domestico-familiare e della violenza interna.A volte ci capita di ascoltare la parola non-violenza ma, anche per superficialità nell’informazione, non sempre ne abbiamo una idea precisa.La non-violenza non é il pacifismo, non é una semplice metodologia per le manifestazioni. La non-violenza non é  l´atteggiamento rassegnato di chi, per paura, evita lo scontro.La non-violenza é una grande filosofia di vita e metodologia di azione, sempre si é ispirata a profonde convinzioni morali e religiose e oggi é l´unica risposta coerente alla spirale di violenza che ci circonda.Vediamo brevemente alcune cose dette sulla non-violenza e alcuni Movimenti che si sono ispirati ad essa. 

GIAINISMO

(Provare compassione per un Essere Vivente è come provarla per se stessi) 
Il giainismo è, insieme all’induismo ed al buddismo, una delle religioni storiche dell’India. Per il giainismo ogni essere vivente ha un principio vitale unico ed immortale. Ogni azione che si compie è una causa che ha un effetto e così ogni azione violenta (himsa) fatta contro questo principio vitale si ritorce contro colui che l´ha compiuta. Solo con azioni non violente è possibile raggiungere il luogo della beatitudine e della pace. Per questo l’ahimsa – la non violenza – è il fondamento dell’etica giainista. L’ahimsa è il rispetto totale di ogni forma di vita. ”Uccidere un Essere Vivente è come uccidere se stessi; provare compassione per un Essere Vivente è come provarla per se stessi. Conoscendo questo principio di Eguaglianza, tratta sempre gli altri con Rispetto e Compassione”.

L. TOLSTOJ

(Non fare agli altri ciò che non vorresti che fosse fatto a te stesso)
Naque nel 1828 a Jasnaja Poljana in Russia. Tra il 1860 e il 1880 scrisse i suoi due romanzi più famosi, Guerra e pace e Anna Karenina. Ma é in altri suoi libri, come ”il Regno di Dio é in voi”, che troviamo una profonda riflessione sulla non-violenza.
Dopo una crisi esistenziale si avvicinó al cristianesimo, cercando di coglierne il senso autentico e originario, smarrito dal cristianesimo ufficiale.
Per Tolstoj la chiesa ha dimenticato due principi semplici ma fondamentali del Vangelo: amare gli uomini e non opporsi al male con la violenza. Così anche se il cristianesimo è ovunque intorno a noi non è penetrato nel cuore e nella vita degli uomini. ”Ed il Cristo insegnava allora la sua dottrina che consiste non solo nel fatto che non bisogna opporsi al male con la violenza, ma anche in un nuovo concetto della vita la cui applicazione alla vita sociale avrebbe il risultato di fare sparire la lotta tra gli uomini, non col sottomettere una parte di loro ad alcune autorità, ma proibendo che gli uomini, soprattutto quelli che sono al potere, adoperino la violenza contro chiunque, in qualsiasi caso”.

Ma questo messaggio fu realmente accettato da pochi e anche quando gli Stati accolsero il cristianesimo lo fecero accettando l’esteriorità della dottrina, per pura utilità.”La contraddizione fra la coscienza e la vita e, quindi, lo sdoppiamento della nostra esistenza, sono giunti al loro estremo limite.”. Da una parte si parla di umanità, di comprensione, di giustizia e dall´altra si appoggia silenziosamente o esplicitamente una società fondata sulla violenza. Chi si trova al governo usa sempre la violenza quando  il suo potere viene minacciato. La guerra viene così giustificata come una necessità per impedire che i cattivi vadano al potere, quando in realtà loro sono i violenti e altro non vogliono se non proteggere la loro situazione apparentemente vantaggiosa. E cosi manipoleranno l’opinione pubblica per convincere che si tratta di usare violenza contro un male oggettivo, che mette tutti in pericolo.

Se non fossimo accecati dall’ipocrisia ci sarebbero veramente chiare le cose più semplici della vita: ” dividi ciò che hai con gli altri, non accumulare ricchezze, non insuperbirti, non rubare, non far soffrire, non uccidere, non fare agli altri ciò che non vorresti che fosse fatto a te stesso, tutto ciò è stato detto, non diciotto secoli, ma cinquemila anni fa, e non vi potrebbe essere dubbio sulla verità di questa legge se l’ipocrisia non esistesse.L’unico senso della vita è di servire l’umanità, concorrendo allo stabilimento del regno di Dio, cosa che non può farsi se ciascuno degli uomini non riconosce e non professa la verità. ”Il regno di Dio non verrà in maniera che si possa osservare. E non si dirà: Eccolo qui, o eccolo là. Per il fatto che ecco, il regno di Dio è in voi.”  

M. K. GANDHI

(La non violenza è la piú grande forza a disposizione dell’umanità.) 
Gandhi nacque in India nel 1869, per conseguire la laurea in legge si trasferì a Londra nel 1888. I suoi interessi lo portarono a studiare testi religiosi e si avvicinò anche al pensiero di Tolstoj, rimanendo colpito soprattutto da Il Regno di Dio è in voi, che definì come uno dei pochi libri capaci di trasformare immediatamente una persona.

Nel 1893 si recò nell’unione Sudafricana per motivi di lavoro. Il potere in Sudafrica era in mano ad una minoranza di bianchi e vigeva un regime di assoluto apartheid che discriminava non solo gli indigeni ma anche una piccola comunità di indiani. Ed è qui che Gandhi, scontrandosi con la segregazione razziale e subendo diverse offese, cominciò la sua attività sociale. I circa 5000 indiani dovevano subire ingiustizie di tutti i tipi: persecuzioni, tasse esagerate, restrizioni delle libertà personali. Gandhi si pose come leader di questa comunità ed all’inizio le sue lotte si fondavano su petizioni, denunce, pubblicazioni e lettere. Ma con lo svolgersi ed inasprirsi degli avvenimenti maturò ed approfondì le sue idee e metodi di lotta. Nel 1906 una nuova legge obbligava gli asiatici a munirsi di carta di identità, a farsi prendere le impronte digitali e a sottostare ad una lunga serie di umiliazioni. Ghandi lanciò una campagna di disobbedienza civile, gli indiani si rifiutarono di farsi registrare. Le prigioni si riempirono e lo stesso Gandhi fece la sua prima esperienza di quelle che lui chiamava gli ”alberghi di Sua Maestà”.
Nel 1913 furono abrogate gran parte delle leggi discriminatorie e Gandhi aveva ottenuto una prima grande vittoria, mostrando la grande forza della non-violenza.

Nel 1914 tornò in India dove nel frattempo era diventato famoso.L’India era una colonia inglese di grande importanza. Era assoggettata militarmente, politicamente ed economicamente. Gli inglesi sfruttavano con grandi profitti le risorse naturali dell’India, ma il paese rimaneva sempre povero. Il malcontento era molto diffuso ed il Congresso indiano non  aveva nessun tipo di potere politico. Grazie alla guida di Gandhi  il Congresso prese un ruolo decisivo in quello che sarebbe stato il processo dell’Indipendenza indiana: ne fece parte anche la minoranza mussulmana ma soprattutto da movimento di élite si trasformò in un movimento di massa. Le campagne non-violente che lanciò Gandhi (lui le chiamava Satyagraha, ovvero forza della verità) furono appoggiate in tutto il paese: disobbedienza alle leggi ingiuste, manifestazioni, ma soprattutto non-collaborazione  con il governo inglese. Furono svuotate le scuole governative, i conflitti venivano risolti fuori dai tribunali, chi aveva cariche nelle amministrazioni si ritirava, venivano boicottati i prodotti inglesi. Furono rispolverati i vecchi filatoi indiani per la produzione di vestiti, cosi, non comprandoli dagli inglesi, si poteva colpire i colonizzatori in quello che per loro era la cosa più importante: l´economia. 

Per Gandhi la non-violenza: "non significa docile sottomissione alla volontà del malvagio, ma significa l’impiego di tutte le forze dell’anima contro la volontà del tiranno. La non-violenza non è una giustificazione per il codardo, ma è la suprema virtù del coraggioso. La pratica della non-violenza richiede molto più coraggio della pratica delle armi...  Anche la vendetta è sintomo di debolezza… Un cane abbaia e morde quando ha paura. Un uomo che non teme nessuno al mondo giudica inutile perfino adirarsi contro chi cerca invano di arrecargli offesa. Considero me stesso un soldato, ma un soldato di pace. Sono consapevole del valore della disciplina e della verità". 

La lotta continuò anche con il boicottaggio del sale importato dall’Inghilterra: Gandhi insegnò alla sua gente ad estrarlo dal mare.Il cammino comunque non fu lineare. Ci furono grandi violenze da parte degli inglesi che in un episodio tristemente famoso spararono sulla folla pacifica e inerme ammazzando 400 persone; e ci furono violenze anche da parte dei manifestanti, cosa che portò Gandhi a sospendere il Satyagraha per poi riprendere la lotta successivamente. In generale gli inglesi risposero con un alternarsi di concessioni e repressioni.  
Per Gandhi la non-violenza era molto di più di una forma di lotta o di un mezzo per raggiungere un fine politico. La non-violenza è lotta contro le ingiustizie, affermazione di amore verso gli altri, ricerca della Verità. ”Una lunga esperienza mi ha convinto che non vi è altro Dio che la Verità... I piccoli e fugaci barlumi di Verità che sono stato capace di cogliere possono difficilmente dare l’idea dello splendore della verità, un milione di volte più intenso di quello del sole che noi vediamo ogni giorno con i nostri occhi. In realtà quello che io ho colto è soltanto il più tenue raggio di quel possente fulgore. Ma in base a tutta la mia esperienza posso dire con certezza questo, che una visione perfetta della verità può derivare soltanto da una completa realizzazione dell’ahimsa, della non violenza”.

Questo cammino difficile portò l’India, al termine del secondo conflitto mondiale, all’indipendenza. Non era l’indipendenza che sognava Gandhi: il paese si divise nell’Unione indiana, a maggioranza indù e nel Pakistan, con maggioranza mussulmana. E fu proprio in questa atmosfera di violenza religiosa che Gandhi fu ucciso da un estremista indù nel 1948. Gandhi però aveva già mostrato al mondo la grande forza dell’Ahymsa, la grande forza della lotta non-violenta. 

M. L. KING

(La non cooperazione con il male è un obbligo morale tanto quanto la collaborazione con il bene.) 
M.L.King  nacque nel 1929 ad Atlanta in Georgia, si laureò in Teologia e Filosofia e nei suoi studi scoprì anche Gandhi, rimanendo colpito e affascinato dalla idea della non-violenza. Pastore battista, più che un pensatore fu un grande uomo d’azione. La sua attività sociale si svolse negli anni ‘50 e ‘60, anni in cui nei democratici Stati Uniti d’America esisteva un duro regime segregazionista che vedeva i neri vivere ai margini della società. In tutti i luoghi pubblici compresi i mezzi di trasporto avevano posti ”riservati”, non godevano degli stessi diritti dei bianchi, gli stipendi erano differenti, vivevano avvolti da una velenosa atmosfera di violenza e discriminazione, per lo più relegati in quartieri-ghetto.

Nel 1954 si trasferì a Montgomery in Alabama, ed è qui che cominciò la sua attività politico-sociale, ponendosi come leader del movimento di protesta contro la segregazione razziale nei mezzi di trasporto della città.La scintilla della protesta nacque dall’arresto della signora Rosa Parks che, dopo essersi seduta in un autobus in un posto riservato ai bianchi, si rifiutò di alzarsi. Si preparò e fu realizzato con successo un boicottaggio dei mezzi di trasporto. La protesta durò più di un anno ed i neri di Montgomery mostrarono una grande convinzione, permanenza e maturità, mettendo in pratica le idee di M.L.King: non-violenza, non rispondere alle provocazioni. Provocazioni che furono di tutti i tipi: M.L.King fu arrestato e condannato, subì minacce e attentati, furono eseguiti arresti di massa, vennero date dalle autorità e dai mezzi di informazione false notizie per cercare di dividere il Movimento.
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Questo è il modo con cui usciremo da questa nera notte di oppressione; fare di questa nazione una nazione migliore significa che ci possiamo alzare e possiamo far sapere ai nostri oppositori  che non accetteremo l’ingiustizia e la combatteremo con le nostre vite. Non ci abbasseremo mai al livello della violenza e dell’odio, e arriveremo al punto di essere capaci di convincerli che un nuovo mondo sta emergendo". 

Dopo un anno di proteste la Corte Suprema dichiarò illegale il segregazionismo nei mezzi di trasporto. Furono forti le reazioni violente alla decisione della Corte Suprema, tra cui manifestazioni del Ku Klux Klan, ma decise furono anche le risposte del Movimento: "Uno dei maggiori meriti della democrazia americana è che noi abbiamo il diritto di poter protestare per i nostri diritti; questa è  una protesta non-violenta; ci appoggiamo su forze spirituali e morali usando il metodo della resistenza passiva  e anche se riceviamo violenza noi non rispondiamo con la violenza". Il movimento dei neri si era sviluppato anche tra gli studenti: non collaborazione, manifestazioni di protesta, sit-in erano i metodi più usati contro il segregazionismo. Un obbiettivo importante era il raggiungimento del diritto reale al voto per la popolazione di colore. M.L.King continuò a subire una serie di soprusi, da arresti ingiustificati a minacce ed attentati. Finalmente si cominciò a trattare e a raggiungere i primi accordi per abolire il segregazionismo.

Le lotte si diffusero anche negli Stati del nord culminando nel 1964 nella marcia di Washington, dove M.L.King tenne il suo famoso discorso: ”Io ho un sogno”.Ho un sogno, che un giorno sulle rosse montagne della Georgia i figli degli ex schiavi e i figli degli ex padroni di schiavi potranno sedersi insieme alla tavola della fraternità. Ho un sogno, che un giorno perfino lo stato del Missisippi, dove si patisce il caldo afoso dell’ingiustizia, il caldo afoso dell’oppressione, si trasformerà in un’oasi di libertà e di giustizia. Ho un sogno, che i miei quattro bambini un giorno vivranno in una nazione in cui non saranno giudicati per il colore della pelle, ma per le qualità del loro carattere. Oggi ho un sogno!

Negli anni successivi accanto alla permanenza delle lotte si inasprì anche la reazione dei segregazionisti e diversi esponenti del Movimento non-violento furono uccisi. M. L. King comprese sempre più in profondità come la sua lotta non era solo quella dei neri in America, ma riguardava tutto il genere umano. Cosi come comprese che la violenza era da ricercare in seno alla stessa società, alle sue regole, alla sua filosofia.Questa profondità lo spinse a prendere posizione contro la guerra nel Vietnam, ricevendo le critiche di quel mondo apparentemente democratico e cristiano che pian piano lo stava accettando e riconoscendo come interlocutore.
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Dio non è interessato semplicemente alla libertà degli uomini neri, degli uomini marroni e degli uomini gialli, Dio è interessato alla libertà di tutta la razza umana, alla creazione di una società dove tutti gli esseri umani vivono insieme come fratelli , dove non c’è bisogno dell’odio né della violenza, questo è un altro modo, un modo moderno come quello di Gandhi che ci dice che la non cooperazione con il male è un obbligo morale tanto quanto la collaborazione con il bene, questo è un altro modo".

M. L. King morì assassinato il 4 aprile 1968 a Memphis, nel Tennessee, ma nulla avrebbe potuto più fermare tutto ciò che aveva messo in marcia. Il giorno prima tenne un discorso: "Come chiunque, mi piacerebbe vivere a lungo: la longevità ha i suoi lati buoni. Ma adesso non mi curo di questo. Voglio fare soltanto la volontà di Dio. E lui mi ha concesso di salire fino alla vetta. Ho guardato al di là, ed ho visto la terra promessa. Forse non ci arriverò insieme a voi. Ma stasera voglio che sappiate che noi, come popolo, arriveremo alla terra promessa. E stasera sono felice. Non c’è niente che mi preoccupi, non temo nessun uomo. I miei occhi hanno visto la gloria dell’avvento del Signore". 

SILO

(Ama la realtà che costruisci e neanche la morte fermerà il tuo volo.) 
Silo, pseudonimo letterario di Mario Rodriguez Cobo, nacque nel 1938 a Mendoza in Argentina, dove attualmente vive. I primi tentativi di rendere pubbliche le sue idee furono repressi dal cruento regime militare che negli anni ‘60 si era imposto in Argentina. Silo e alcuni giovani che diffondevano le sue idee furono arrestati e perseguitati. Solo il 4 maggio del 1969 fu possibile un discorso pubblico, ma a 3000 metri di altitudine sul monte Aconcagua, tra automezzi militari e mitragliatrici.
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Non credere che quando parlo di violenza io mi riferisca solo alla guerra ed alle armi con cui gli uomini distruggono gli uomini: questa è una forma di violenza fisica. C’è una violenza economica. La violenza economica è quella che ti fa sfruttare l’altro; eserciti violenza economica quando derubi l’altro, quando non sei più il fratello dell’altro ma un animale rapace nei confronti del tuo fratello. C’è anche una violenza razziale. Credi di non esercitare violenza quando perseguiti un altro perché è di razza differente dalla tua? Credi di non esercitare violenza quando lo diffami perché è di razza differente dalla tua? C’è una violenza religiosa..." 

Nonostante la repressione ed il silenzio dei mezzi di informazione, il pensiero di Silo si diffuse dall’America latina al resto del pianeta. In incontri e conferenze, tenute in vari paesi e continenti, spiegò pubblicamente le sue idee. Molti giovani rimasero entusiasti dalle sue proposte e lentamente cominciò a svilupparsi una corrente di pensiero e azione conosciuta come Movimento Umanista. La nostra morale si base su questo principio: tratta gli altri come vuoi essere trattato. La sua filosofia è stata definita Nuovo umanesimo o Umanesimo universalista. Le sue proposte infatti non si rivolgono ai conflitti e ingiustizie vissute da una cultura in particolare, ma all’intero pianeta, dove la gente in tutte le latitudini soffre per la violenza esercitata da una minoranza che domina e impone il suo modello disumano. "La cosiddetta globalizzazione, altro non é che l´estensione dell’influenza dell’impero americano che giorno dopo giorno va imponendo i suoi modelli.…al contrario le diversitá sono molto importanti, sono la ricchezza della umanitá... "e devono convergere verso una nazione umana universale". 

Umanesimo, perché preoccupazione centrale del suo pensiero è la vita umana, l’essere umano concreto e reale. "...ogni essere umano ha il diritto di farsi domande sul senso della vita, sull'amore, sull'amicizia… su tutto ciò che è la poesia e la grandezza dell'esistenza umana, che una piccola e stupida cultura materialista cerca di denigrare trascinando tutto verso gli antivalori e la disintegrazione". 
Negli anni ‘90 il Movimento Umanista  raggiunge un pieno sviluppo e oggi lotta per la difesa reale dei diritti umani in campo sociale, politico e culturale, in diverse regioni del pianeta.Queste proposte: considerare l'essere umano come valore centrale, proporre l'uguaglianza di opportunità per tutti, riconoscere la diversità opponendosi ad ogni forma di discriminazione, auspicare la libertà di pensiero e lottare contro ogni forma di violenza, caratterizzano il nostro pensiero e la nostra azione negli aspetti più generali. Allo stesso tempo, queste proposte finiscono per configurare uno stile di vita e una forma di relazione di altissimo valore morale, che può essere espressa in questa frase: "tratta gli altri come vuoi essere trattato!" Intensa la sua produzione letteraria: numerosi i libri in cui possiamo trovare esposte le sue idee.

Nel 1999, nello stesso luogo dove 30 anni prima aveva pronunciato il suo primo discorso, dichiara il fallimento degli ideali del Nuovo Umanesimo che non si sono potuti realizzare: "Se oggi dobbiamo dichiarare il nostro fallimento, dobbiamo anche annunciare che una nuova civiltà sta nascendo, la prima civiltà planetaria della storia umana". 5 anni dopo, in occasione della prima celebrazione del Messaggio di Silo, chiarisce: "Abbiamo fallito… però insistiamo! Abbiamo fallito ma insistiamo col nostro progetto di umanizzazione del mondo. Abbiamo fallito e continueremo a fallire una e mille volte perché ci innalziamo sulle ali di un uccello chiamato ”tentativo” che vola al di sopra delle frustrazioni, delle debolezze e delle meschinità... Questo è il tentativo che vale la pena di vivere perché è la prosecuzione delle migliori aspirazioni della gente buona che ci ha preceduto. È il tentativo che vale la pena di vivere perché è l’antecedente per le future generazioni che trasformeranno il mondo". 

In un mondo in cui la mancanza di prospettive per il futuro soffocano il presente Silo espone le sua analisi e proposte con chiarezza: "In questo mondo disgraziato in cui la forza e l’ingiustizia si impadroniscono delle campagne e delle città, come si pensa di porre fine alla violenza?Forse pensano di essere un esempio ispiratore per le nuove generazioni quando travestiti da videogioco si scagliano contro il mondo; quando lanciano minacce, facendo pessima mostra di prepotenza; quando, infine, inviano i loro ragazzi a fare invasioni, a uccidere e a morire in terre lontane. Questa non è una buona strada né un buon esempio...... lavoreremo a partire da oggi in ogni parte del mondo per fare pressione su coloro che decidono, per diffondere gli ideali di pace in base alla metodologia della non-violenza, per preparare il cammino dei nuovi tempi. Sì, vale la pena che questo Messaggio e questo Umanesimo Universalista prendano forza". 

Il Messaggio di Silo ispira una profonda religiositá: "Infine, amici, io vorrei condividere con tutti questa certezza profonda che dice: ”il Sacro è in noi e nulla di male può accadere in questa ricerca profonda dell’Innominabile”. Credo che qualcosa di molto buono succederà quando gli esseri umani troveranno il Senso tante volte perduto e tante volte ritrovato nelle anse della Storia.Io vorrei, amici, che si ascoltasse il Messaggio del Profondo. Non è un Messaggio stridente, è un messaggio molto quieto che non si può ascoltare se si cerca di afferrarlo.Io vorrei, amici, trasmettere la certezza dell’immortalità. Ma, come potrebbe ciò che è mortale generare qualcosa di immortale? Forse dovremmo domandarci come è possibile che ciò che è immortale generi l’illusione della mortalità". 

E´ difficile dire oggi quali saranno gli sviluppi futuri del Messaggio di Silo…  

CONCLUSIONE

Nella storia esistono molte persone che danno Speranza all´umanitá, indicando sempre la non violenza come la strada da seguire. Mostrano anche come il vero potere risiede nella gente, quando con unitá, solidarietá e decisione lotta per un mondo migliore. Mostrano anche che dentro ognuno di noi si trovano la Bontá, la Forza e la Saggezza, uniche cose di cui abbiamo realmente bisogno.Il nostro futuro dipende dalle scelte che oggi facciamo.


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