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Rwanda 1994, chi colpì il Falcon 50?

30.8.2009 - Nigrizia.com - Raffaello Zordan
Non sarebbero stati i ribelli tutsi ad abbattere l’aereo con a bordo i presidenti rwandese e burundese, bensì gli estremisti hutu. Così Richard Mugenzi, all’epoca operatore della radio dell’esercito del Rwanda, ritratta la sua versione di quell’attentato che innescò il genocidio.

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Viene a mancare un testimone all'inchiesta aperta nel 1998 dal giudice francese Jean-Louis Bruguière sull'attentato che il 6 aprile nel 1994 fece esplodere nei cieli di Kigali, capitale del Rwanda, il Falcon 50 con a bordo il presidente rwandese Juvénal Habyarimana e il presidente burundese Cyprien Ntaryamira. Quell'attentato, compiuto con un missile terra-aria, diede l'innesco al genocidio: in tre mesi furono uccisi, secondo le ricostruzioni più accreditate, 800mila persone, in gran parte tutsi (etnia minoritaria) ma anche hutu (etnia maggioritaria) moderati (nella foto di M. Vacca: Kigali, detenuti accusati di aver partecipato al genocidio).

Richard Mugenzi, nel 1994 operatore radio dell'esercito rwandese e oggi testimone nell'inchiesta avviata da Bruguière in seguito alla denuncia delle famiglie dei tre membri francesi dell'equipaggio del Falcon 50, afferma che la sua testimonianza è stata «snaturata». In un'intervista, raccolta a Kigali lo scorso 31 maggio dal giornalista francese Jean-François Dupaquier, Mugenzi ribalta la sua versione iniziale.

In un primo momento, Mugenzi aveva affermato di aver «intercettato e trascritto», quel 6 aprile 1994, un messaggio radio dei ribelli tutsi del Fronte patriottico rwandese (Fpr, oggi al potere), che si congratulavano con i commilitoni autori dell'attentato. Ora dice che quel messaggio non l'aveva intercettato ma gli era stato dettato dai suoi superiori, estremisti hutu. Un cambio di direzione che se confermato - Richard Mugenzi, 48 anni, che dal 1998 al 2008 è vissuto in Tanzania ed è da poco rientrato in Rwanda, si è detto «pronto a collaborare con la giustizia francese» - va ad indebolire l'impianto accusatorio del giudice Bruguière (peraltro non più titolare dell'inchiesta, in quanto nel 2007 si è dimesso per candidarsi alle elezioni politiche francesi).

La tesi di Bruguière è che l'attentato facesse parte di un piano dell'Fpr per impadronirsi del potere. E infatti il 23 novembre 2006 ha spiccato 9 mandati d'arresto internazionali contro uomini politici e militari molto vicini all'attuale presidente rwandese Paul Kagame. L'accusa è che queste persone siano implicate nell'attentato del 6 aprile 1994. A quel punto Kigali ha rotto le relazioni diplomatiche con Parigi, ma ciò non ha fermato gli inquirenti: il 10 novembre 2008 è stata arrestata Rose Kabuye, responsabile del protocollo di stato del Rwanda, che figurava nella lista dei nove. Kabuye, 47 anni, ex sindaco di Kigali, è stata poi estradata in Francia e incriminata per «complicità in assassinio». In seguito gli è stata concessa la libertà vigilata.

In attesa di sviluppi, non si può non rilevare che la vicenda dell'attentato sembra destinata a non essere chiarita o a non essere interpretata in maniera univoca. A questo riguardo, ci sono giornalisti ed esperti che non condividono affatto la tesi di Bruguière e che sottolineano un punto: nell'agosto del 1993, dunque pochi mesi prima di morire, il presidente Habyarimana aveva firmato ad Arusha (Tanzania) un accordo che associava al potere i ribelli del Fronte patriottico rwandese. Accordo che avrebbe potuto inaugurare una fase di riconciliazione nel paese e che non piaceva affatto agli estremisti hutu... Va infine ricordato che nell'ambito del Tribunale penale internazionale per il Rwanda, insediato nel 1994 e ancora attivo, si pensa che non sia stato l'attentato a creare il genocidio.

Nigrizia.com


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