E’ di almeno due vittime il bilancio degli scontri tra dimostranti e forze dell’ordine avvenuti ieri nella città mineraria di Kamsar, circa 300 chilometri a nord di Conakry: lo riferiscono oggi i principali mezzi di informazione locali, che citano i responsabili di un ospedale.

Gli scontri, sostiene il portale di informazione Guineenews, sono cominciati dopo che un gruppo di manifestanti ha preso d’assalto la casa del vice-prefetto di Kamsar, Jean Bosco.

Alla protesta hanno partecipato soprattutto giovani di periferia, esasperati dalla mancanza di acqua potabile e corrente elettrica.

Gli amministratori della città sono accusati tra l’altro di connivenza con la “Compagnie des bauxites de Guinée” (Cbg): controllata al 51% da una joint venture dei colossi americani Rio Tinto e Alcoa, la società ha per contratto l’obbligo di garantire alcuni servizi sociali essenziali.

Le violenze di Kamsar si inseriscono nel contesto di tensioni diffuse a livello nazionale. Oggi le prime pagine dei portali di informazioni della Guinea sono dedicate alle polemiche suscitate dalle ultime dichiarazioni del capitano Dadis Moussa Camara, alla guida della giunta militare che ha assunto il potere dopo la scomparsa del presidente Lansana Conté nel Dicembre 2008.

Nonostante le assicurazioni dei mesi scorsi, nel fine-settimana l’ufficiale non ha escluso di partecipare alle elezioni presidenziali in programma il 31 Gennaio.

La possibilità di una candidatura di Camara è stata accolta in modo negativo sia dal governo francese che dai principali sindacati e partiti politici di opposizione, secondo i quali la giunta ha “confiscato il potere” e “monopolizzato i media di stato”.

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