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Voci dal Panaf, festa panafricana di lotta e di libertà

23.8.2009 - Culture in Movimento

Danze, profumi e colori d’Africa, per raccontare la cultura di un continente ferito da una mondializzazione a senso unico: è questo, nelle testimonianze di artisti e uomini di pace, il senso del Festival panafricano (Panaf) che si è concluso di recente ad Algeri.

Per due settimane sui palcoscenici si sono alternati oltre 8000 artisti, provenienti dai quattro angoli dell’Africa.

L’edizione di quest’anno è stata la seconda, dopo gli incontri e le luci del lontano 1969, l’anno dell’uomo sulla Luna e dell’Africa che lotta per l’indipendenza e contro il colonialismo.

“Il Panaf – ha detto il poeta ugandese Olupt Pascal all’agenzia di stampa algerina Aps – ha espresso la voglia dei paesi partecipanti di promuovere la cultura africana di fronte a una mondializzazione egemonica”.

Il sipario è calato lunedì, ma i giornali e le radio del continente non si stancano di raccontare.
“Gli artisti africani hanno potuto incontrarsi e stabilire legami che fanno bene alla cultura del continente” ha detto la commediografa di Gibuti Mahado Osman Moussa, mentre il pittore camerunense Richard Kings arriva a parlare di “rinascita della cultura africana”.

Il festival si è chiuso con uno spettacolo dedicato a Myriam Makeba, la cantante sudafricana simbolo della lotta contro l’apartheid e più in generale il dominio coloniale.

Queste ferite ad Algeri sono tornate a emergere, nelle rappresentazioni degli artisti e nei discorsi dei dirigenti politici.

Il presidente della Commissione dell’Unione Africana (UA), Jean Ping, ha definito la prima edizione del festival “un vero inno e un’ode di liberazione del continente”.

Sguardi rivolti al passato, ma per imparare e andare avanti.

Secondo Ping, “il mondo è cambiato” e l’Africa è in cammino verso “l’unità, il benessere e la pace”.

Da Dakar a Nairobi, da Johannesburg ad Algeri, la speranza è questa.
A sottolinearlo sono anche i giornalisti delle pagine culturali che hanno raccontato Panaf 2009: nero su bianco, hanno chiesto ai loro capi di stato e di governo di sostenere i mezzi di informazione che nel mondo “garantiscono più visibilità alla cultura d’Africa e migliorano l’immagine del continente”.

Festival culturel panafricain


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