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Guidonia, lo stupro, l'immigrazione: qualcosa è cambiato

4.3.2009 - di Chiara Ribichini

A un mese dall'aggressione alla giovane coppia raid contro romeni ma anche più polizia, sportelli rosa e cortei pacifici contro la violenza: così si presenta oggi la città. Anche se secondo qualcuno tanta attenzione poteva e doveva arrivare prima.

“Casual army (lett. esercito casuale): si salvi chi può”. E’ la scritta che compare su un muro lungo la ferrovia che collega Guidonia a Roma. E’ passato poco più di un mese dall’aggressione alla giovane coppia in via della Selciatella. I quattro romeni che hanno stuprato a turno la ragazza e picchiato il suo fidanzato sono in carcere. Ma nel comune di oltre 100 mila abitanti alle porte della capitale (che, dopo Roma, ha il più alto numero di residenti stranieri secondo l'ultimo rapporto dell'Osservatorio Romano sulle Migrazioni) c'è ancora chi ha voglia di farsi giustizia.

“Io lavoro con i romeni, molti di loro sono brave persone, ma se dovessi reagire di impulso farei quello che hanno già fatto alcuni e che continuano a fare: li picchierei tutti” confessa Alessandro, 21 anni, un operaio che incontriamo su via Roma, la strada principale del paese. Ed è proprio tra i più giovani che si è acuito un sentimento di intolleranza nei confronti dei molti immigrati che ormai da anni fanno parte della loro vita, a scuola, per strada e nei locali. Ma tra i ragazzi di Guidonia c’è anche chi si oppone fortemente ai raid razzisti.

Come coloro che il 21 febbraio hanno sfilato in modo pacifico per le vie della città per dire basta ad ogni forma di violenza. “La prima reazione è stata dettata dalla rabbia. Oggi, a mente fredda, la gente ha voglia di reagire in un modo diverso” afferma Andrea Galasso, portavoce del comitato promotore Guidonia Montecelio Marcia Mondiale per la Pace e per la Nonviolenza. E assicura: “Guidonia non è razzista, altrimenti qui non potrebbero viverci tanti romeni”.

Articolo completo:
http://tg24.sky.it


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