Chomsky: lo scudo spaziale è un'arma di attacco
Niente Guerre Stellari sulla nostra testa

Cresce l'opposizione al radar che fa temere una nuova Guerra Fredda
Lo Spartaco della rivolta contro le guerre spaziali (progetto di George Bush che prevede la costruzione di un radar nella Repubblica Ceca e di una rampa di missili antimissili in Polonia) è Jan Tamas, ingegnere informatico di 31 anni. Presidente del partito umanista, ha avuto l'appoggio massiccio dell'opinione pubblica ceca attraverso una mobilitazione sfociata la primavera scorsa in uno sciopero della fame.
Per bloccare il prossimo esame del Trattato da parte della Camera, il giovane leader prepara nuove mosse. E non dispera in un disimpegno di Barack Obama che sul tema non si è ancora pronunciato, ma che sta sviluppando con il Cremlino una nuova fase di distensione.
«Il 18 febbraio», dice Tamas, «porteremo a Bruxelles i sindaci della zona in cui dovrebbe essere costruito il radar. Le autorità comunitarie non hanno ancora preso posizione su un problema che non può lasciare indifferente l'Europa. Nessuno mi convincerà mai che la rigidità della Russia sulla questione del gas non sia stata una ritorsione alle guerre stellari».
Sul fronte interno come vi state muovendo?
«Il nostro sciopero della fame ha smosso molte coscienze. La nostra società civile si rispecchia nel movimento Ne Nasili (Non Violenza), che raggruppa oltre agli umanisti alcuni esponenti dell'opposizione socialdemocratica e comunista ma soprattutto intellettuali, artisti, sindacalisti.
In più abbiamo rivolto una pubblica petizione ai sindaci delle principali città ceche e agli amministratori di tutte le regioni. Il governo però continua a rimanere sordo. Ci ha dato udienza solo il ministro degli Esteri che ha ripetuto il solito slogan secondo cui il Paese sarebbe più al sicuro con lo scudo spaziale.
Il premier non si è neanche degnato di riceverci. Noi continuiamo a raccogliere firme per un eventuale referendum che ci vedrebbe sicuramente vincenti. Il problema è che nella Repubblica Ceca non è previsto che possa venire indetto dalla volontà dei cittadini».
Il partito umanista, grazie a questa battaglia, ha acquisito una certa visibilità. Pensa di candidarsi alle prossime europee? «Stiamo valutando. Sarebbe importante conquistare anche un solo seggio per far sentire più forte la nostra voce».
Gianni Perrelli - L´Espresso
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