Chomsky: lo scudo spaziale è un'arma di attacco
IX. Forum sociale mondiale: i popoli nativi per la pace e la giustizia sociale

Sotto una pioggia torrenziale, migliaia di persone hanno riempito le strade di Belém, capitale dello stato amazzonico di Pará, dando vita a una marcia multicolore tra musica, danze, canti e una folta presenza di indigeni di diverse etnie latino-americane, africani e quilombolas, i discendenti degli schiavi neri.
Con un’invocazione alle divinità ancestrali anche per la pioggia, “che porta fertilità, amore e allegria” e che a Belém è prevista ogni giorno in questo periodo dell’anno, in almeno 60.000, secondo gli organizzatori, si sono riuniti nel porto della città fluviale situata alla convergenza di numerosi corsi d’acqua, tra cui il Rio delle Amazzoni, dando il via al corteo di apertura del IX Forum sociale mondiale, a cui si sono iscritti oltre 100.000 partecipanti provenienti da 150 paesi del mondo; fino a domenica prenderanno parte a oltre 24000 iniziative “per la costruzione di un nuovo ordine internazionale”, negli stessi giorni in cui i ‘potenti’ della terra si riuniscono a Davos per il Forum economico mondiale.
“E’ il momento di trovare nuove soluzioni per una civiltà che è malata e si regge su una logica che viola i diritti umani e l’ambiente. Il Forum offrirà la risposta globale dei movimenti sociali” ha detto Aldalice Oterloo, tra i promotori dell’evento.
Per la prima volta, in otto anni di vita del Forum, non sono stati sollevati striscioni né si sono alzate grida di protesta contro l’ormai ex-inquilino della Casa Bianca, ma ha predominato un clima di simpatia e speranza verso il nuovo presidente americano, Barack Obama.
Messaggi di solidarietà con il popolo palestinese, proteste per la recente guerra contro Gaza e appelli per una “Palestina libera e sovrana” sono risuonati tra i partecipanti, accompagnati da condanne per la crisi del capitalismo e del neo-liberismo, ‘sepolti’ in modo simbolico, e da un ‘S.O.S. per la salvezza dell’Amazzonia’ con 1500 indigeni uniti in una catena umana nel campus dell’Università federale rurale dell’Amazzonia (Ufra) per comporre le parole ‘Salve a Amazonia’. “Siamo qui per far sentire la voce dei nostri popoli che non vogliono vedere le loro terre e le loro acque trasformate in mercanzia.
La terra e l’acqua sono la vita e la vita non si vende” ha detto l’india aymara boliviana Viviana Lima riassumendo le istanze delle comunità native. Si sono levati appelli anche per l’immediata revoca dell’embargo americano contro Cuba, nell’anno in cui si celebra il 50° anniversario della Rivoluzione.
“Il mondo a cui aspira Belém ha una razionalità di cui quest’altro mondo, quello globalizzato, è privo. I discorsi parlano di solidarietà, compromesso, rispetto, giustizia.
Tra uomini e donne, lavoratori e datori di lavoro, paesi, culture, natura” si legge in un articolo dell’inviata del quotidiano argentino ‘Pagina 12’. “Il caos può essere creativo, dipende solo da noi far sì che la crisi si trasformi in un salto di qualità.
Perciò questa crisi economica è buona, ci obbliga a cercare alternative che includano tutta la comunità della vita” ha detto il teologo brasiliano Leonardo Boff in uno degli interventi più seguiti nell’ambito del III Forum mondiale della teologia della liberazione, evento che ha preceduto l’apertura del Forum sociale.
Boff ha indicato cinque principi che dovrebbero reggere “un altro mondo possibile”: sostenibilità, cura, rispetto, cooperazione, solidarietà. E ha aggiunto almeno tre virtù che dovrebbero essere di nuovo valorizzate: l’ospitalità, la convivenza, la tolleranza. Le guerre aperte, la crisi finanziaria, e l’ambiente saranno i tre grandi temi del Forum che oggi sarà interamente dedicato ai 500 anni della ‘resistenza indigena’ (dalla ‘scoperta’ delle Americhe) e alla Pan-Amazzonia, la regione condivisa da Bolivia, Brasile, Colombia, Ecuador, Guyana, Perù, Suriname e Venezuela, che soffre la persistente espansione degli agglomerati urbani, delle industrie e dell’agricoltura su vasta scala a detrimento delle sue vitali risorse naturali.
Quasi un quinto dell’intera estensione del ‘polmone del pianeta’, è stato più volte ricordato, ha subito la devastazione della sua foresta vergine – con una media tra i 10.000 e i 20.000 ettari disboscati all’anno – nonostante il suo ruolo primordiale per la stabilità climatica.
Giovedì sarà il giorno dei presidenti, con il brasiliano Luiz Ignácio Lula da Silva, il boliviano Evo Morales, l’ecuadoriano Rafael Correa, il paraguayano Fernando Lugo, il venezuelano Hugo Chávez, invitati a un dibattito sull’America Latina e le sue sfide per il futuro.
Fonte: MISNA
http://www.misna.org/
« indietro