“Le prove sulle violazioni del diritto internazionale umanitario sono così chiare che non ho il minimo dubbio sulla necessità di un’indagine indipendente che dimostri che Israele ha commesso crimini di guerra”: lo ha detto oggi Richard Falk, relatore speciale delle Nazioni Unite sulla situazione dei diritti umani nei territori palestinesi, in una conferenza stampa telefonica tenuta oggi.

Secondo Falk, docente universitario statunitense di famiglia ebraica, Israele aveva commesso crimini di guerra e contro l’umanità già prima dell’offensiva di tre settimane lanciata sulla Striscia di Gaza il 27 dicembre scorso, applicando “un isolamento portato avanti per 18 mesi, un blocco illegale di cibo, medicine e combustibile che può aver colpito la popolazione con conseguenze sul resto della loro vita”.

Secondo la sintesi delle parole del relatore Onu diffusa dall’agenzia di stampa spagnola ‘Efe’, “non ci sono precedenti di un popolo intero che resta bloccato in una zona di guerra senza possibilità di fuggire e trasformarsi in rifugiati”.

Secondo Falk, il crimine è ancora più grave se si considera che il 70% della popolazione di Gaza è costituito da minori di 18 anni, “e così la guerra si è trasformata in un attacco ai bambini”.

Falk ha poi rigettato le motivazioni israeliane dell’attacco basate sul concetto di autodifesa, sottolineando che se già l’argomentazione non “presenta basi legali”, l’uso “assolutamente sproporzionato della forza” cancella qualsiasi possibile appiglio.

Per questo, secondo il relatore speciale dell’Onu, Israele dovrà essere indagata e condannata per i suoi crimini; tra le possibilità evidenziate da Falk anche quella della creazione di un Tribunale speciale come per la Yugoslavia o il Rwanda.

Ma, ha ricordato Falk, “lo strumento legale dipende dalla volontà politica della comunità internazionale”.

Fonte MISNA - Missionary International Service News Agency:
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