Svět bez válek a násilí

Prohlížíte si archiv stránek Nenásilí.cz, které se již neudržují.

Na činnost hnutí Nenásilí navazuje mezinárodní humanistická organizace Svět bez válek a násilí.
Aktuální zprávy najdete na: www.svetbezvalek.cz.

Chomsky: lo scudo spaziale è un'arma di attacco

L’Italia aiuta esercito USA nella conquista del petrolio africano?

10.12.2008 - Toni Antonucci

L´Italia aiuta esercito Usa nella conquista del petrolio africano?

http://video.google.com/videosearch?q=petrole+afrique&emb=0&aq=-1&oq=petrole+afriqu#

Milioni di bambini muoiono di fame ogni anno in Africa. Ai governi dei paesi "civilizzati" interessa salvare la vita dei bambini? No!

La prioritá é un´altra. Il petrolio.

Per le minoranze al governo dei paesi "civilizzati" l´Africa é:
1) Fonte di petrolio.
2) Miniera di ricchezze naturali.
3) Manodopera a basso costo.
4) Pattumiera per i rifiuti tossici.

Vedi articolo La Costa d'Avorio non dimentica

----
Segue articolo di Luciano Bertozzi - Nigrizia

Le basi statunitensi di Vicenza e Napoli saranno sede di Africom, anche se il comando generale resta a Stoccarda. Italia sempre più allineata con Washington. Nessun paese africano ha accettato di ospitare il comando, accusato di voler controllare le risorse africane.

Napoli e Vicenza saranno due delle quattro basi che ospiteranno Africom, il comando militare USA che ha giurisdizione sull’Africa. Lo ha affermato il Ministro degli esteri Frattini nel corso di una conferenza stampa con l’ambasciatore statunitense, Spogli. Il nostro paese diverrà quindi una pedina sempre più importante per gli scenari strategici statunitensi.

Nella città partenopea vi sarà il comando navale, a Vicenza  quello delle forze di terra. Secondo il Ministro le due componenti di Africom “operano nel quadro della NATO”, affermazioni poco credibili: il comando americano è una struttura interamente del Pentagono.

Secondo quanto spiegato da Frattini, pur operando all'interno delle basi statunitense "la componente civile della missione Africom" (non si tratterebbe quindi di militari) lavorerà nel settore NATO.

Africom, la nuova struttura militare nordamericana creata a fine 2007, attualmente ha il quartiere generale a Stoccarda, in Germania: Bush non è riuscito a convincere nessun paese africano ad ospitare le basi. Gli ultimi rifiuti sono arrivati da Libia, Sudafrica e Nigeria, che temono di vedere i paesi del continente coinvolti in terreno di battaglia nella lotta al terrorismo.

Per molti inoltre la creazione di Africom è dovuta al crescente peso del petrolio africano che copre ormai circa un quarto del fabbisogno di Washington, con la prevalenza dei paesi che si affacciano sul golfo di Guinea (Nigeria fra tutti).

Il rinnovato interesse di Washington per l’Africa è dovuto anche alla volontà di controllo delle altre risorse naturali che il continente possiede (finora sfruttate solo in parte) e per contrastare la Cina, che sta soppiantando le vecchie potenze coloniali e gli Stati Uniti stessi.

Gli obiettivi dichiarati dal Pentagono

Africom è divenuto operativo dal primo ottobre scorso, la sua area di attività copre tutto il continente ad eccezione dell’Egitto. Il suo compito principale consiste nel “promuovere la stabilità e la sicurezza sul continente, ed aiutare gli eserciti africani a fronteggiare le calamità naturali.

Secondo il Pentagono l’obiettivo finale è la promozione di una buona Governance: Africom aiuterà le autorità civili africane nella lotta alla povertà. L’ambasciatore Spogli ha comunque affermato che”gli obiettivi di Africom vertono su prevenzione dei conflitti, promozione della crescita economica controllo dei flussi migratori e prevenzione del terrorismo”.

Quest’ultimo è un aspetto preoccupante, viste le violazioni delle libertà fondamentali compiute da Washington in virtù di tale lotta: da Guantanamo alle extraordinary rendition (i sequestri di presunti terroristi inviati in Paesi terzi spesso mediorientali), alla pratica del waterboarding (considerata una tortura) durante gli  interrogatori.

Le operazioni militari statunitensi in Africa alcune segrete e le esercitazioni sono su base unilaterale e non su base NATO.

Il Congresso di Washington ha stanziato 266 milioni di dollari, 123 milioni in meno di quanto richiesto da Bush. Tale riduzione è stata motivata dalla mancanza di una presenza effettiva in Africa.

Il ruolo dell’Italia

Il nostro paese sarà sempre più la punta di lancia del formidabile strumento bellico di Washington, grazie alla sua posizione strategica rispetto all’Africa. L’uso della contestatissima base di Vicenza non tiene conto dell’orientamento della popolazione locale, che, in prevalenza, non vuole una presenza muscolare così ingombrante.

Difficilmente le due basi saranno utilizzate per rafforzare i diritti umani e le libertà fondamentali, ma di sicuro aumenteranno l’esposizione italiana nella guerra al terrorismo. Roma si allinea alla politica di Washington, senza tutelare i propri interessi: la decisione di ospitare Africom rischia di creare problemi nei rapporti politici ed economici fra il nostro paese e quelli africani, proprio mentre l’Italia ha ridotto al lumicino i fondi della cooperazione allo sviluppo ed è fra gli ultimi contribuenti alle spese per realizzare gli Obiettivi del Millennio.

Il messaggio del governo Berlusconi è quello di ribadire che la sicurezza è data dalla militarizzazione, e non dal garantire dignità umana alle persone. E’ da sottolineare che una scelta così importante non è stata sottoposta ad alcun vaglio parlamentare ed al Consiglio dei Ministri.

L’esclusione dal Parlamento dei partiti di sinistra ha eliminato la lotta alla militarizzazione della nostra politica estera dall’agenda politica. Del resto, come si è visto nelle Camere in occasione dell’iter della legge di bilancio, entrambi gli schieramenti hanno stigmatizzato la politica di tagli, seppure assai limitati, operata alle spese militari.

Popolo delle Libertà e Partito Democratico schierano ex generali e ribadiscono in ogni occasione la necessità di aumentare la spesa per le forze armate. La crisi economica, invece, dovrebbe dare impulso proprio alla ridiscussione dello strumento militare italiano. La riduzione degli stanziamenti per la difesa e soprattutto per nuovi armamenti potrebbe garantire le risorse per tutelare le famiglie in crisi, per erogare sussidi di disoccupazione di livello europeo. Appare quindi difficile che le Camere contrastino la decisione di Frattini.

http://www.nigrizia.it/doc.asp?id=11584&IDCategoria=108




« indietro

Campagne