Svět bez válek a násilí

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Chomsky: lo scudo spaziale è un'arma di attacco

E noi disobbediamo

12.11.2008 - CARTA - www.carta.org

Amministrazioni locali, pezzi di sindacato, associazioni, cooperative e reti sociali hanno annunciato la loro disponibilità a sostenere – localmente e in pratica – la protesta del movimento per la scuola pubblica. Carta ha proposto ad enti locali e a organizzazioni sociali di raccontare cosa possono fare per proporre subito interventi alternativi alla «riforma». Ma anche a studenti, docenti e genitori ha chiesto da dove potrebbe cominciare la disobbedienza civile in grado di sostenere la loro lotta.
Per aderire o inviare suggerimenti per disobbedire alla legge Gelmini scrivete a carta@carta.org.
Ecco alcune opinioni e suggerimenti a proposito di questa campagna promossa da Carta.

Nichi Vendola, presidente della Regione Puglia
«Come Regione Puglia partecipiamo alla campagna promossa da Carta per disobbedire alla ‘riforma’ Gelmini, impegnandoci a preparare e approvare quanto prima una legge regionale contro il maestro unico. E propongo ad altre Regioni di fare lo stesso. Credo che si possa disobbedire anche con piccoli provvedimenti, ad esempio, riducendo il prezzo del trasporto pubblico per favorire la mobilità degli studenti».

Nicola Zingaretti [Presidente della Provincia di Roma, Pd]
«Disobbedisco. A costo di finire commissariato, non tocco le scuole della mia provincia. Credo che il governo debba assumersi le proprie responsabilità. Non può pensare di imporre agli enti locali l’applicazione dei tagli alla scuola pubblica arrivando a minacciare il commissariamento per chi non si adegua. In questo atteggiamento c’è un dirigismo centralista inaccettabile, la negazione del federalismo. Disobbedire è l’unica possibilità che abbiamo per rivendicare i nostri diritti. Una risposta forte, unitaria, degli enti locali può ancora cambiare le cose».

Paolo Beni, presidente di Arci nazionale
«L’Arci, che ha promosso un appello in difesa della scuola pubblica con Acli e Legambiente, proporrà ai circoli di appoggiare azioni di disobbedienza civile. La scuola, la formazione, le politiche educative non sono temi per addetti ai lavori. Gli strumenti messi in gioco dall’Arci saranno l’informazione e il fare rete con altri pezzi di società».

Domenico Pantaleo, segretario generale della Flc Cgil
«Organizziamo una campagna per incentivare le famiglie a iscrivere i bambini al tempo pieno e promuoviamo una giornata con centinaia di assemblee nelle scuole, nelle piazze e nei consigli comunali, anche per cominciare a mobilitarsi per una legge di iniziativa popolare».

Norma Bertullacelli, insegnante di Genova
«Come insegnanti, possiamo rifiutare qualunque aumento di orario di insegnamento. Brunetta ha detto di voler pagare di più gli insegnanti che accetteranno di lavorare di più, ma noi lavoriamo già abbastanza. Fino ad ora, quando in una scuola si procede al taglio di un posto, agli insegnanti viene chiesto di consegnare un certificato di servizio per individuare chi cambierà sede. Quando ci verrà richiesto il certificato di servizio per tagliarne 87 mila possiamo dichiarare la nostra contrarietà alla legge e rifiutarci di farlo per un certo periodo. Prima di proporre o di intraprendere ciascuna di queste azioni sarebbe necessaria una informazione su ciò che rischia chi vi aderisce. L’appoggio dei sindacati confederali sarebbe gradito».

Massimo Rossi, presidente della Provincia di Ascoli Piceno [Prc] e vicepresidente dell’Unione delle Province italiane
«Anche la Provincia di Ascoli non approverà gli atti che riguardano la ‘riforma’. Siamo pronti al commissariamento. Intanto, dobbiamo garantire i finanziamenti tagliati dal governo. Noi stiamo studiando il Piano di sviluppo rurale per sfruttare fondi Ue: del resto, la chiusura di decine di scuole nei paesi dell’entroterra costringerà tante persone ad abbandonarli per migrare nelle caotiche città della costa, favorendo i disastri ambientali che si riscontrano in tutte le piccole località di emigrazione. Proponiamo anche di moltiplicare i consigli comunali e provinciali aperti: un modo per diffondere informazioni e coinvolgere i cittadini.

Silvia Facchini, assessore all’istruzione della Provincia di Modena [Pd]
«Il paradosso, per chi ha responsabilità di governo locale, è che fare bene gli amministratori, ad esempio non abbandonando le scuole come chiede la Costituzione significa disobbedire. La qualità della scuola pubblica modenese è nota in tutto il mondo, cercheremo di tutelarla trovando i fondi per gli educatori dei ragazzi con disabilità e per l’inserimento di quelli di origine straniera. Dobbiamo aiutare i ragazzi a capire quali saranno le conseguenze della ‘riforma’ favorendo la partecipazione nelle assemblee delle scuole e scrivendo con i ragazzi ‘proposte di legge’ per immaginare un’altra scuola. Questo movimento, diciamo la verità, ha sorpreso tutti».

Giulia Rodano, assessore alla cultura della Regione Lazio [Sd]
«Pensa che sia possibile evitare una parte degli effetti del provvedimento. Gli strumenti a disposizione non mancano: favorire il referendum abrogativo, sostenere le scuole di montagna, promuovere una battaglia politica contro i tagli previsti dalla Finanziaria, tutelare il movimento da intrusioni politiche e da interventi delle forze dell’ordine. Una volta si chiamava vigilanza democratica».

Paolo Serventi Longhi, Rassegna sindacale [il settimanale fondato da Giuseppe Di Vittorio]
Aderisco volentieri all’iniziativa di Carta, anche perchè ora il problema di tutti noi è di fare il possibile per dare
continuità e forza al movimento, a partire dagli studenti e non solo. Anche la Flc sta promuovendo iniziative e incontri con gli enti locali. Presto pubblichiamo questa campagna anche su Rassegna».

Giovanni Russo Spena, Prc nazionale
«La proposta di Carta è importante perché è costruita su caratteristiche di fondo di questo movimento: rompere quelle ‘solitudini’ sociali che si sono consolidate negli ultimi anni nel nostro popolo. Chiederemo ai nostri eletti negli enti locali di battersi perché i bilanci e le risorse locali siano orientate in una direzione precisa: sarà il tessuto delle strutture democratiche decentrate a costruire un fronte di resistenza e di disobbedienza a favore di una istruzione repubblicana, costituzionale e ‘meticcia’, contraria al razzismo istituzionale delle classi differenziate».

Enzo Mazzi, comunità di base dell’Isolotto di Firenze
Ci voleva ancora una volta una realtà connotata al femminile, Carta, per affermare il valore della disobbedienza e del dissenso creativo. Non è solo il nome che porta il segno della femminilità ma la cultura da cui Carta è pervasa che è la cultura dell’autonomia da qualsiasi sistema di potere e di alienazione e in particolare da quello patriarcale. Carta che si pone sulla linea marcata dalla disobbedienza creativa di Eva e di Pandora? Carta che ripropone e attualizza i due momenti forti destinati, nell’ambiguità del mito, a inaugurare l’evoluzione umana: il gesto di mangiare il frutto, proibito da Dio, dell’albero della conoscenza e il gesto, negato da Zeus, di aprire il vaso della consapevolezza? Non è affatto esagerato pensarlo. È avvenuto tante volte nella storia. I miti antichi sono utopie in senso proprio, senza luogo e senza tempo. Somigliano in qualche modo alle cellule staminali: generati ai primordi dell’umanità, restano sempre attuali. Sono l’espressione di un essere umano allo stato generativo prima che la civilizzazione lo avesse modellato e forse almeno in parte alienato. Sono quindi importanti per una ricerca sui fondamenti della nostra esistenza e sul cammino della liberazione. Lévi Strauss che si è dedicato alla interpretazione strutturale del pensiero mitico, nel suo libro «Il pensiero selvaggio» afferma che il pensiero mitico è come una specie di bricolage di simboli, allusioni, metafore e talvolta contraddizioni, capace di adattarsi alle varie situazioni, rivelando la trama su cui s’innesta l’ordito della vicenda umana, l’ordine profondo che regola la vita e la morte. La disobbedienza civile proposta da Carta si colloca in questo ordito della storia rivelato da mito di Eva e Pandora, in questo ordine di radice, più fondamentale di ogni ordinamento generato dal potere.
L’obiettivo più intrigante della strategia restaurativa è quello di annebbiare la fiducia nella visione della esistenza personale e della storia come tracciato non sempre lineare ma dotato di senso, passo dopo passo: dalla schiavitù al riscatto, dalla oppressione alla liberazione, dalla alienazione alla responsabilità. E noi dobbiamo scoprire l’inganno. E vedere l’onda lunga da cui vengono i due lampi che ci ridanno luce e forza: a livello nazionale l’esplosione del movimento per la scuola di tutti per tutti e sulla scena mondiale il movimento dal basso che ha portato all’elezione di Obama.

Franco Zunino, assessore all’ambiente della Regione Liguria [Prc],
«Come obiettori di quella legge, dopo un incontro con i movimenti locali No Gelmini siamo riusciti a far approvare un ordine del giorno al consiglio regionale contro la riforma, che chiede al governo di riaprire quanto prima un confronto serio con enti locali, studenti e docenti. Hanno votato a favore anche alcuni consiglieri dell’opposizione e la cosa non è piaciuta al governo, mentre abbiamo ricevuto una lettera di ringraziamento da alcune associazioni che si occupano di ragazzi con disabilità».

Cinzia Bottene, consigliera comunale di Vicenza Libera.
«Ho depositato una mozione che propone alla giunta di appoggiare il movimento studentesco perché, come i grandi movimenti territorali emersi in questi ultimi anni, difende un bene comune, il diritto al sapere».

Associazione Rete del Nuovo Municipio
Aderiamo a invitiamo gli amministratori della Rete a promuovere iniziative di disobbedienza.

Domenico Ticozzi
«Sicuramente un segnale forte, che non potrà essere negato, saranno le dimissioni per protesta con questa politica scolastica, con questa ministra con cui non si può collaborare, di tutti gli organi collegiale elettivi: consiglio di circolo, consiglio di istituto. Ogni volta dovrà nominare u commissario straordinario e si dovranno indire nuove elezioni, che andranno deserte. Vuole fare come vuole, beata ignoranza, faccia fio in fondo. E intanto far ritirare la legge con la raccolta firme, la lotta permanente e il referendum.

Marco Magni
Per me, che sono da sempre contro il voto di condotta e che sono, ovviamente, contrarissimo ai voti ai bambini piccoli, la disapplicazione di queste cose è naturale: ad esempio, i voti in condotta rimangono quelli di prima, o 8 o 9; il voto alle elementari è sempre 10 e poi a parte si scrive ai genitori se il bambino sa le tabelline, sa leggere, ecc.

Sonia
Gli assessori minacciati di commissariamento entro il 30 novembre se non applicano la legge possono farsi commissariare, rallentando il lavoro e facendo sì che sia il commissario ad andare a dire ai genitori che gli chiude la classe.

Francesco Noto
Si protrebbero anche iscrivere ottantenni per salvare le scuole di paese: ad Acquaformosa [Cs] si sono resi disponibili, con il sostegno dell’amministrazione, già trenta «alunni» con i capelli bianchi.

Angelo Rimondi, docente di scienze
«Propongo: uno, il rifiuto di scrivere sulle schede il voto di condotta; due, il rifiuto di usare sulle schede i voti numerici; tre, il rifiuto, da parte delle insegnanti dell’infanzia, di gestire bambine e bambini al disotto dei tre anni, con informazione ai genitori della propria incompetenza, in attesa che il ministero promuova un lungo e articolato percorso di formazione; quattro, il rifiuto, da parte delle insegnanti della scuola primaria di insegnare aree e argomenti sui quali manca una preparazione seria e prolungata, con informazione ai genitori che gli alunni e le alunne rischiano di rimanere scoperti nell’area logico-matematica o in quella linguistica , fino a quando il ministero non procederà ad un lungo e vasto processo di formazione».

http://www.carta.org/campagne/beni+comuni/15731


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