Svět bez válek a násilí

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Chomsky: lo scudo spaziale è un'arma di attacco

Forum Umanista Europeo: attività del tavolo Pace e Disarmo

8.11.2008 - Anna Polo

Attività del tavolo Pace e Disarmo durante il Forum Umanista Europeo,

Milano, 17, 18 e 19 ottobre 2008

Venerdì 17 ottobre al Palalido

Tavola rotonda su: “Fermare la guerra nucleare, il ruolo dell’Europa”
Giorgio Schultze, portavoce del Forum Umanista Europeo
Angelo Baracca, professore di fisica all’Università di Firenze
Giulietto Chiesa, europarlamentare
Pol D'Huyvetter, International Office, Mayors for Peace 2020 Vision Campaign

La conferenza è stata aperta da un saluto video di Noam Chomsky che ha sottolineato la possibilità per l’Europa di scegliere se seguire la politica americana o rinunciare la guerra.

Dalla conferenza è emersa la gravità della minaccia nucleare e l’urgenza della lotta nonviolenta per il disarmo nucleare, con la possibilità di aperture con la Russia (discorso di Giulietto Chiesa).

Sabato 18 ottobre all’Università Bicocca

ore 11 Incontro del tavolo di lavoro tra attivisti e rappresentanti di varie organizzazioni

L’incontro del tavolo di lavoro aveva lo scopo di esporre azioni concrete che varie associazioni hanno in programma, trovare forme di appoggio reciproco e definire grandi azioni comuni su cui convergere a livello internazionale.

Sono intervenuti:

Jan Tamas, movimento contro le basi in Repubblica Ceca http://petice.nenasili.cz/?lang=it
A Praga incontro con attivisti e sindaci contro la base radar e conferenza al Parlamento Ceco con Giulietto Chiesa il 10-11-08.

Alessandro Capuzzo, Interventi Civili di Pace – proposta di un’azione comune sull’Afghanistan.

Martina Pignatti, Un ponte per – ICP- progetto di formazione per sensibilizzazione alla nonviolenza nelle scuole di 8 regioni italiane e corsi avanzati per volontari in zone di conflitto
www.interventicivilidipace.org e
www.unponteper.it

Lindis Percy, Coordinatrice Campaign for the accountability of American bases- Esempi di disubbidienza civile e attività di denuncia. www.caab.org.uk

Pol D’Huyvetter, Mayors for Peace www.2020visioncampaign.org coinvolgimento di un numero sempre maggiore di sindaci e altri rappresentanti eletti nella rete di Mayors for peace.

Piercarlo Racca, Movimento nonviolento – presentazione della rivista “Azione Nonviolenta” –diffusione della figura di Aldo Capitini come riferimento italiano della nonviolenza www.nonviolenti.org

Roberto La Monica, progetto “USA e getta: l'isola sarda della Maddalena viene abbandonata dalle forze armate statunitensi, che però lasciano indelebili segni di contaminazione www.usaegettaprogetto.com

Paola Manduca, New Weapons – 26 novembre Manifestazione per la Palestina- Organizzazione di eventi i primi di febbraio a livello europeo per preparare azioni in occasione del sessantesimo anniversario della Nato ad aprile. Attività di ricerca da parti un gruppo di scienziati sulle armi e sulle loro conseguenze sulla popolazione civile http://www.newweapons.org

Rafael de la Rubia, Mondo senza Guerre - presentazione della Marcia Mondiale per la pace e la nonviolenza dal
02\10\2009 al 02\01\2010 www.marciamondiale.org

Rosaria Onida, Tavola della Pace di Bergamo - il 10 dicembre, in occasione del 60° anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, evento in un teatro con letture collegate ai diversi articoli della Dichiarazione Universale, proiettando immagini e con musica.

Onu dei popoli che si organizza a Perugia ogni 2 anni e si conclude con la marcia Perugia Assisi.

ore 15, Tavolo di lavoro “Banche Armate

Il tavolo ha visto la partecipazione di una ventina di persone: introduzione del Coordinatore Nazionale della campagna Banche Armate, Giorgio Beretta.

Proiezione del documentario “ Banche armate, un orrore nel silenzio”.
http://www.banchearmate.it/home.htm

Intervento di Giorgio Beretta, sul percorso del commercio ed esportazioni di armi italiane all’estero, per mezzo delle autorizzazioni governative, per arrivare infine al ruolo degli Istituti bancari.

Domande dei partecipanti e nuove adesioni cittadine (Campobasso e Bresso).

Ivan Marchetti
3401738032
umanistisettimo@yahoo.it

ore 15, Tavola rotonda su “Scudo anti-missile e militarizzazione dell’Europa
Jan Tamas, portavoce del movimento contro le basi in Repubblica Ceca
Angelica Romano, Comitato pace, disarmo e militarizzazione del territorio, Napoli
Massimo Zucchetti, Politecnico di Torino
Lindis Percy, Coordinatore Campaign for the accountability of American bases - CAAB
Vittorio Agnoletto, europarlamentare
Silvano Caveggion, Rete Lilliput, Vicenza

Nella conferenza si è dato spazio ai rappresentanti dei gruppi che coraggiosamente si stanno impegnando da anni a Vicenza, a Napoli, a Praga e in Inghilterra per un'Europa libera da scudi e basi missilistiche, ma anche al punto di vista degli esperti e di chi, come europarlamentare, ci ha parlato di quello che l'Europa potrebbe e dovrebbe fare per attuare una politica diversa, davvero di pace. Infine si è vista una proposta concreta per opporsi alla militarizzazione, quella dei Corpi Civili di Pace. La tavola rotonda ha contribuito a delineare un quadro più chiaro di quello che si sta realizzando in Europa e anche a capire come continuare le lotte nonviolente per la pace e il disarmo.

ore 17, Tavola rotonda “Una soluzione nonviolenta per il conflitto Israele-Palestina”

Sono intervenuti:

Khader Tamimi, medico e presidente della Comunità Palestinese in Lombardia, ha parlato della necessità di trovare una via d’uscita nonviolenta che permetta il ritorno della gente scacciata nel 1948 dalla sua terra, ha ricordato che la shoah è stata causata dagli europei e non dai palestinesi e che l’Europa ha un ruolo da svolgere.

Giorgio Forti, membro della Rete degli Ebrei contro l’Occupazione, ha parlato con passione della posizione degli ebrei che si oppongono alla permanenza di Israele nei territori occupati e ha espresso la necessità di un cambiamento di mentalità, mostrando come esempio la foto di bambini israeliani che ammirano pistole e mitragliatrici in una fiera delle armi.

Luisa Morgantini, vicepresidente del Parlamento Europeo, impegnata da anni con la società civile in Palestina e Israele, ha sottolineato l’importanza delle azioni positive e nonviolente che già adesso si stanno realizzando ad opera di palestinesi, israeliani ed attivisti di diversi paesi.

Noam Livne, refusnik (obiettore di coscienza) israeliano, ha raccontato con una commovente testimonianza la sua evoluzione dal condizionamento della propoganda ufficiale alla scelta di andare in carcere pur di non prestare servizio militare nei territori occupati, ha evidenziato come ognuna delle due parti non riesca a comprendere davvero il trauma subito dall’altra e ha sottolineato l’importanza che si cominci invece a vedere l’umano che sta in entrambi i popoli.

Anche Monica Czysa, del Centro delle Culture spagnolo, ha descritto il suo percorso personale, dalla credenza che il dovere di tutti gli ebrei fosse quello di andare a vivere in Israele per difenderlo ed evitare un’altro olocaustro, fino alla presa di coscienza che la sicurezza di un paese non può lasciarsi dietro una scia di cadaveri. Ha proposto la restituzione dei territori occupati, la distruzione del muro, il disarmo nuclare e la creazione di due stati, con il ritorno di Israele ai confini precedenti e Gersualemme patrimonio dell’umanità, amministrata dai suoi abitanti. Ha sottolineato anche il ruolo dell’Europa, con la proposta di cambiamento dell’ecosistema palestinese da deserto ad oasi grazie all’aiuto economico e all’invio di volontari europei e ha proposto la formazione di una Commissione per la Verità e la Riconciliazione sul modello di quella sudafricana.

Alla fine si sono invitate le persone interessate alla Marcia Mondiale per la pace e la Nonviolenza a partecipare all’organizzazione di iniziative in Israele e Palestina.

ore 17, "Sosteniamo LaOnf, il movimento nonviolento iracheno",

Martina Pignatti di Un ponte per ci ha parlato de LaOnf, rete di associazioni nonviolente auto-organizzate irakene nata dal Forum Sociale Mondiale, che svolge nel territorio un’azione di denuncia e lotta nonviolenta, in particolar modo attraverso la disobbedienza civile e la creatività. La rete conta ad oggi consigli eletti in ciascuno dei 18 governatorati (province) irakeni, costituiti per il 30% da donne.

Nel 2006 si è svolta la prima settimana della Nonviolenza in 3 province, promossa ed organizzata principalmente da un movimento giovanile; nel 2007 le province erano già diventate 7, con la presenza di 47 organizzazioni e la partecipazione di 7.200 persone. Il principale obiettivo della rete è stato ed è tuttora la prevenzione della violenza elettorale.

Quest’anno, soprattutto grazie all’associazione catalana NOVA, Un ponte per e Donne in nero , è nata la campagna internazionale di Solidarietà a LaOnf, il cui appello si può scaricare dal sito www.unponteper.it

Di recente si è unita alla campagna l’associazione statunitense September 11 families for peace and for tomorrow : No alle guerre in nome dei nostri morti, No alle vendette.

Oltre la campagna contro la violenza elettorale si sta promuovendo una campagna contro i profitti di guerra, ad esempio quelli dell’Eni.

"Popolazioni bersaglio di guerre ed occupazioni: le vittime, le armi, l'eredità dei danni e i contesti delle resistenze a Gaza, in Iraq e in Libano"

Giuditta Brattini, associazione la Gazzella

Paola Manduca, New Weapons

Ci hanno mostrato i responsabili delle guerre in Libano, Iraq e Gaza. Il laboratorio di Paola ed un laboratorio inglese hanno risposto all’appello lanciato dai medici libanesi, che diceva: “Aiutateci a capire con che cosa ci stanno uccidendo. Aiutateci a curare i feriti ed ad utilizzare le corrette precauzioni per i soccorritori”. I dati raccolti dall’ospedale libanese, come quelli a Gaza ed in Iraq, evidenziano senza alcun dubbio l’utilizzo di armi non convenzionali, illegali, la cui reale composizione ed uso non viene mai rivelato ufficialmente, ma anzi prontamente nascosto. Armi letali usate contro civili, in particolare bambini.

La presentazione si è conclusa con la richiesta di diffondere questi dati che verranno presentati alla Commissione Diritti Umani delle Nazioni Unite a nome del Tribunale Internazionale dei cittadini per il Libano.


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