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Chomsky: lo scudo spaziale è un'arma di attacco

Rimandato a Praga il voto sullo Scudo Spaziale

6.11.2008 - Pressenza - L´ufficio stampa dei diritti umani

martedì 04 novembre 2008.
Rimandato a Praga il voto sullo Scudo Spaziale.
Parla Jan Tamas, leader del movimento nonviolento contro le basi in Repubblica Ceca.

L’accordo per l’installazione di una base radar in Repubblica Ceca, come parte del progetto statunitense di difesa missilistica, firmato a luglio dal governo ceco, deve ancora essere ratificato dal parlamento.

Intervista a Jan Tamas portavoce del coordinamento Ne zakladnam contro le basi militari USA in Repubblica Ceca e Presidente del Partito Umanista ceco.

Qual è la situazione in Repubblica Ceca?
Il 19 ottobre si sono svolte le elezioni regionali e i partiti di destra attualmente al governo hanno subito una sonora sconfitta. I Verdi, che sostengono il governo e appoggiano il progetto dello Scudo Spaziale, non sono riusciti a superare lo sbarramento, mentre Socialdemocratici e Comunisti, contrari alla base radar, hanno registrato un grande successo. Il voto serviva anche a rinnovare un terzo del Senato e anche qui la maggioranza dei nuovi eletti è costituita da oppositori della base.

Come ha reagito il governo?
Tentando di forzare i tempi della ratifica da parte del Parlamento dell’accordo con gli Stati Uniti. Nel totale silenzio dei Mass Media, il governo ha cercato di indire la votazione per gli ultimi giorni di ottobre, prima dell’insediamento dei nuovi eletti, ossia facendo votare un parlamento sfiduciato dagli elettori.

Come hanno risposto l’opposizione e il movimento di protesta?
Appena ci siamo accorti del tentativo di colpo di mano, ci siamo messi in contatto con i leader dell’opposizione, concordando con loro una strategia di ostruzionismo in Parlamento, con l’obiettivo di far saltare i tempi per la votazione. Abbiamo poi scritto una lettera a tutti i deputati e senatori, chiedendo loro di non farsi complice di questa manovra e di votare secondo coscienza e non per obbedienza al partito. Abbiamo anche indetto una serie di manifestazioni davanti al parlamento e chiesto alle altre organizzazioni europee con cui siamo in contatto di mandare lettere di protesta all’ambasciata ceca nel loro paese.

Ha funzionato?
Si: non si è votato né alla Camera né al Senato e il Primo Ministro ha annunciato di voler prolungare di altri 60 giorni il dibattito. La nostra speranza è che il nuovo Senato respinga ora il trattato. Abbiamo vinto una battaglia importante, ma dobbiamo continuare a mantenere la pressione.

C’è stata qualche reazione da parte degli Stati Uniti?
La solita arroganza: il generale Henry Obering, capo dell’Agenzia Americana per la Difesa Missilistica, ha dichiarato che i piani degli Stati Uniti andranno avanti e che non si aspetta cambiamenti di rotta qualunque sia l’esito delle elezioni americane. Non è neanche parso preoccupato che la crisi finanziaria possa costringere il governo americano a togliere i finanziamenti al progetto dello scudo.

Quali sono le vostre prossime iniziative?
Il 10 novembre organizzeremo un incontro con i sindaci della regione dove dovrebbe essere installato il radar e una conferenza al parlamento ceco, a cui parteciperà anche l’europarlamentare Giulietto Chiesa. E’ molto importante per noi far sentire qui la voce dell’Europa, visto che il nostro paese assumerà la prossima presidenza del Consiglio dell’Unione Europea.

Informazioni e aggiornamenti sulla protesta verranno pubblicate nel sito www.nonviolence.cz
sul sito anche la petizione contro lo scudo spaziale che ha raggiunto 140.000 firme.



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