Svět bez válek a násilí

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Chomsky: lo scudo spaziale è un'arma di attacco

Centro delle Culture: Basta violenza

6.11.2008 - http://www.centrodelleculture.org/

Posizione del Centro delle Culture Italiano. Come superare la violenza?

Il paradosso del sistema ci dice che se si vorrà mettere ordine al disordine crescente, il disordine tenderà a crescere, per il funzionamento della legge dei sistemi chiusi. La globalizzazione ha reso chiuso il sistema economico e sociale in cui viviamo.

Non è più il tempo in cui il 10% della popolazione possa disporre, senza limiti, del restante 90% , pertanto non ci si deve aspettare che le “soluzioni” tentate, trasformino la radice della crisi ed abbiano successo nell’eliminare il problema di fondo.

In altre parole, sarebbe una falsa illusione supporre che ciò che si sta tentando ora sia qualcosa di più che una “soluzione” di emergenza per mantenere in vita il sistema, ovvero una toppa per una malattia mortale incurabile.

Il sistema attuale si basa intrinsecamente sulla discriminazione e sulla violenza. La proposta che lo rivoluziona è mettere tutti gli esseri umani come valore centrale, e la nonviolenza come modo di agire.

La crisi finanziaria mondiale attuale è un caso di violenza economica aggravata, le cui conseguenze coprono quasi tutte le classi di delitto nel Diritto Penale.

Le cosiddette “leggi di mercato” non sono né libere né cieche, sono intenzioni lanciate in una direzione, e sono portate avanti da persone identificabili (fisiche o giuridiche) implicate con azione od omissione.

I responsabili sono rappresentati dalle grandi banche, dalle multinazionali, e da tutti i governi e dagli organismi, nazionali e internazionali, che agiscono in connivenza con costoro.

Benché il fenomeno sia sistemico, è stato potenziato dalle ambizioni imperiali degli USA con il supporto armato del complesso militare-industriale che li appoggia.

Questo caso di violenza economica aggravata ha milioni di vittime che si trovano tra chi è già nella fascia di povertà, di malnutrizione cronica, di malattia endemica, di debolezza e mancanza di ogni assistenza ecc.

Sono tutti esseri umani che non hanno voce nei notiziari, né voto nelle decisioni che si prendono: non sono investitori, non sono contribuenti, non fanno notizia.

Di conseguenza non solo abbiamo le vittime, ma anche gli indiziati, i moventi, i mezzi, le opportunità, e le prove del crimine di lesa umanità. Abbiamo gli elementi per stilare un caso penale (nonché civile) davanti a una corte di giustizia internazionale: ma questo non sarà possibile né desiderabile.

Le vittime saranno ancora una volta sommerse dalla cinica etichetta di “danni collaterali”, come nei cosiddetti “interventi armati umanitari”, “guerre al terrorismo” o “attacchi preventivi”?

Non c’è altra uscita se non quella di rivoluzionare il sistema, aprendolo alla diversità delle necessità e aspirazioni umane.

Pianificando le cose in questi termini, il tema della rivoluzione acquisisce una grandezza inusitata e una proiezione che non ha potuto avere in epoche precedenti.

Alcune azioni già promosse in questa direzione:

- Disarmo nucleare con scioperi fame, occupazioni suolo a impedire l'edificazione basi militari.
- Disobbedienza civile organizzata nell'applicazione di leggi violente in ogni ambito: scuola, sanità, immigrazione, ecc...
- Informazione della popolazione per vie alternative a quelle ufficiali di quello che sta succedendo
- Manifestazioni con cordoni di protezione materni
- Ricostruzione di reti umane in tutti gli ambiti sociali che si appoggino reciprocamente, attraverso il lavoro di collegamento tra i problemi di uno a quelli degli altri osservandone la radice comune
- Coinvolgimento ad uscire di casa e dall'isolamento.

Tutte le iniziative elencate ed altre in possibile sviluppo, in questo senso, prenderanno un volume e una potenza planetarie se si collegheranno alla Marcia Mondiale per la Pace e la Nonviolenza lanciata da Mondo senza Guerra ed appoggiata da tutti gli esseri umani organizzati e non, che non vogliono più sentirsi complici di questa insostenibile violenza.

http://www.centrodelleculture.org/


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