Svět bez válek a násilí

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Chomsky: lo scudo spaziale è un'arma di attacco

Lettera di Jan Tamas al presidente della Repubblica Vaclav Klaus

25.10.2008
Gentile Sig. Presidente, la ringraziamo per aver risposto alla lettera, inviata durante il nostro sciopero della fame contro la installazione di basi militari di una potenza straniera sul nostro territorio, con la quale le chiedevamo un incontro. Ovviamente non siamo stati contenti del suo rifiuto, che abbiamo vissuto come il chiudersi della porta del dialogo.

Lei ha scritto che questa forma di protesta è adatta ai regimi e che oggi non siamo in un regime. Su questo siamo completamente d’accordo con lei: oggi sicuramente non siamo sotto un regime, intendendo con questa parola un sistema dittatoriale simile a quello che fino al 1989 era presente sul nostro territorio.

Vorremmo che comprendesse però, che la scelta di fare uno sciopero della fame, è nata dalla necessità di esprimere un malcontento che oggi come allora non viene ascoltato dal governo, nè tantomeno trova adeguata espressione nei mezzi di comunicazione.

Si tratta di un malcontento che non è vissuto solo da pochi gruppi, ma dalla maggioranza del popolo ceco. La prova di questo è che da quando abbiamo sospeso la nostra protesta, tutti i giorni sta continuando un digiuno a staffetta che vede partecipe un vasto spettro di personaggi della società civile ceca: artisti, scienziati, membri del Parlamento, professionisti, sportivi...

Non si é trattato dunque di un atto esibizionista, come ha voluto interpretare il primo ministro sig. Topolanek (che spaventato da quanto stava accadendo, anche ha rifiutato di incontrarci), ma il sollevare una questione che ancora oggi è vissuta con grande intensità dalla gran parte della nostra società.
 Sig. Presidente, la percezione che oggi ha la gente è che ancora una volta si fanno scelte, che anche se giustificate da ideali e belle motivazioni, si rivolgono alla fine contro la volontà stessa della gente.

Quello che oggi percepisce la maggioranza della gente è che il potere è lontano, che prende decisioni distanti dalla vita reale e che è impossibile influire o almeno far ascoltare la propria voce.

C’è oggi una grande disillusione soprattutto nei confronti dei grandi ideali della democrazia.

Non è importante se questa percezione corrisponde completamente al vero oppure no, l’importante è che questo sente la gente, e in quanto tale è già l’espressione di un grande problema.

La risposta del governo rispetto a questa grande frattura presente nella nostra società, non è stata ascoltare la voce della popolazione – cosa che il buon senso avrebbe suggerito – ma, al contrario, grazie a costose campagne propagandistiche, far adeguare la volontà della gente a quella del governo.

Oltre il danno la beffa, queste campagne sono state pagate con i soldi dei cittadini stessi. Questo atteggiarsi da “avanguardia chiarita del popolo”, non poteva che finire in un fallimento e nel far perdere ancora maggiormente la fiducia nelle istituzioni.

Confidiamo che Lei non sia d’accordo con l’atteggiamento paternalistico e da “illuminato” del ministro Vondra, che ha dichiarato la necessità di “insistere” perchè “credo che alla lunga i cechi capiranno”.

E se i cechi non capiranno, cosa farà? Non le sembra anche anti democratico questo considerare il popolo ignorante e incapace di capire le proposte dei propri rappresentanti?
 Ci rivolgiamo a Lei come Presidente della nostra Repubblica, come figura super partes e garante della democrazia, non solo nel suo aspetto giuridico e quindi nel rispetto della Costituzione, ma anche nel suo significato profondo di sistema di governo che realizza la volontà della maggioranza. Siamo molto preoccupati non solo delle conseguenze al futuro di tutto questo, ma anche del fatto che questa scelta storica di accettare nuovamente truppe di potenze straniere sul nostro territorio, si svolge in un’atmosfera avvelenata, non sempre trasparente e dove purtroppo è presente una grande influenza di forze estranee alla vita politica e democratica della nostra società.

E proprio su questo tema le chiediamo nuovamente un incontro, per espimerle le nostre grandi preoccupazioni, che abbiamo già mostrato essere quelle di una intera società. Non entriamo nei dettagli di queste preoccupazioni, sperando che avremo l’occasione di potergliele comunicare personalmente. Per ultimo chiediamo il suo intervento urgente affinchè la votazione che si svolgerà al Parlamento sulla questione del radar, si svolga secondo le regole necessarie per modificare la Costituzione, e quindi con maggioranza qualificata. Le porgiamo cordiali saluti Jan Tamas e Jan bednar

Partito Umanista - Repubblica Ceca


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