"Il muro di Berlino cadde. Il suo crollo venne interpretato come la possibilità di costruire un mondo di pace, libero dallo stigma della guerra fredda. Ma è triste constatare che altri muri sono stati costruiti. E con incredibile rapidità.

Molti di coloro che insistono sulla libera circolazione delle merci e dei capitali impediscono la libera circolazione di uomini e donne con argomenti nazionalisti – e a volte razzisti – che ci ricordano con paura tempi che credevamo superati.

Un presunto 'nazionalismo populista', che alcuni pretendono di imputare al Sud del mondo, viene praticato senza limiti da paesi ricchi.

Le crisi finanziaria, alimentare, energetica, ambientale e migratoria, per non parlare delle minacce alla pace in tante regioni del mondo, dimostrano che il sistema multilaterale deve essere adattato alle sfide del XXI secolo…

Solo con il dialogo diretto, senza l'intermediazione delle grandi potenze, i paesi in via di sviluppo potranno scrivere una nuova pagina nel contesto di un mondo multipolare.

Basterà citare esempi come il fondo Ibas per la lotta alla fame, il G-20, la Comunità di sviluppo dell'Africa australe, i paesi arabi e le articolazioni del Bric (Brasile, Russia, India e Cina). E' in corso la costruzione di una nuova geografia politica, economica e commerciale nel mondo."

[Dal discorso che ieri il presidente brasiliano Luiz Inácio da Silva, detto Lula, ha tenuto all'Assemblea Generale dell'Onu, denunciando anche le responsabilità degli speculatori internazionali ma concludendo su una nota di ottimismo perché, almeno in Brasile, "disponiamo del sentimento, della ragione e della volontà per vincere qualsiasi avversità".]

Fonte: MISNA - Missionary International Service News Agency
http://www.misna.org/