Svět bez válek a násilí

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Chomsky: lo scudo spaziale è un'arma di attacco

La candidata al Congresso Carol Miller partecipa alla Giornata mondiale di sciopero della fame contro le Guerre Stellari

20.6.2008

Domenica 22 giugno è stata dichiarata Giornata Mondiale di sciopero della fame contro le basi da Guerre Stellari che gli Stati Uniti vogliono costruire in giro per il mondo.  Questa protesta nonviolenta, che comprende lo sciopero della fame e una petizione on-line, viene portata avanti in solidarietà con gli attivisti cechi per far pressione sul Parlamento del loro paese, perché prenda posizione contro la costruzione di una base militare americana. In Europa questa nuova base viene vista come un ulteriore passo verso la militarizzazione dello spazio. Essa permetterà l’installazione di un sistema radar, seguito da un’altra base in Polonia per missili intercettori (vedere www.nonviolence.cz e www.space4peace.org).


Unendosi allo sciopero della fame di solidarietà, la candidata al Congresso Carol Miller si oppone alla scelta degli Stati Uniti di spendere le nostre preziose risorse umane e il nostro denaro per questa pericolosa tecnologia, che alimenta l’ostilità mondiale contro gli Stati Uniti  e mantiene viva una mentalità da guerra fredda.


Il Congresso deve prendere subito una ferma posizione contro questo progetto di Guerre Stellari inutile e pericoloso. Miliardi di dollari vengono destinati ad un programma che non ci protegge e anzi continua a danneggiare la nostra immagine all’estero, ha dichiarato Miller. Negli Stati Uniti la gente lotta con un’economia in crisi e i miliardi di dollari spesi per questo programma andranno a vantaggio solo delle industrie che lavorano per la difesa.


Per gli Stati Uniti la migliore sicurezza si ottiene dialogando e lavorando per la pace con altri paesi, non preparandosi all’infinito per future guerre.


La campagna elettorale di Carol Miller si basa sull’impegno a cambiare le priorità nazionali dalla guerra e da un’economia di guerra agli investimenti a favore delle energie rinnovabili, la sanità e la ricostruzione delle infrastrutture nazionali. Gli investimenti nelle nostre comunità locali creeranno buoni posti di lavoro, che non potranno  essere spostati all’estero.


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