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Chomsky: lo scudo spaziale è un'arma di attacco

Jan Tamas e Jan Bednar hanno interrotto lo sciopero della fame

3.6.2008

DOPO 21 GIORNI, LA SOCIETA’ CIVILE DA’ IL CAMBIO AI DUE JAN NELLO SCIOPERO DELLA FAME

Jan Tamas e Jan Bednar hanno interrotto lo sciopero della fame di 21 giorni a mezzanotte del 2 giugno, ma personalità ceche continueranno la loro battaglia contro le Guerre Stellari con digiuni simbolici di un giorno. Nel resto d’Europa, negli Stati Uniti e in Australia intanto continuano gli scioperi della fame in trenta città.

Qui di seguito la dichiarazione dei due Jan: 

"Vogliamo ringraziare tutti quelli che ci hanno sostenuto in questi 21 giorni per la solidarietà, i regali e il forte appoggio morale. Crediamo che con questa azione faremo contenti tutti quelli che ci hanno chiesto di sospendere lo sciopero della fame. Le ultime tre settimane sono state molto difficili, ma ci hanno anche rafforzato e questa è stata per tutti e due un’esperienza indimenticabile.

Ventun giorni fa abbiamo cominciato questo sciopero della fame perché un piccolo gruppo di individui ha deciso di trascinare il nostro paese in un pericoloso progetto di Guerre Stellari: benché venga presentato solo come un progetto difensivo, secondo fonti dello stesso governo degli Stati Uniti esso ha invece propositi offensivi. Per questo nel 2005 il Canada ha rifiutato di parteciparvi. Questo piccolo gruppo di individui sta per firmare un contratto con gli Stati Uniti, il che significa praticamente un’altra invasione di un esercito straniero nel nostro paese. Tutto questo avviene nonostante l’opposizione di due terzi dei cittadini cechi, a cui non è stata offerta alcuna possibilità di esprimere la loro opinione con le elezioni o un referendum.

Pur avendo portato avanti lo sciopero della fame per 21 giorni, non abbiamo ricevuto alcun chiaro segnale su un referendum o il termine dei negoziati; non è stata nemmeno aperta la discussione democratica che abbiamo richiesto. Tutto indica che, se anche avessimo continuato lo sciopero della fame, il governo avrebbe continuato ad ignorarci e i danni alla nostra salute o la nostra morte non avrebbero cambiato la sua arroganza.

D’altra parte abbiamo ricevuto molti segnali da gente diversa, nel nostro paese e all’estero. Molti ci hanno chiesto di porre fine allo sciopero della fame con l’idea di continuare questa lotta in nostro nome. A livello internazionale, per esempio, il deputato americano Dennis Kucinich continua a lottare, così come la candidata presidenziale verde Cynthia McKinney. Qui in Europa la settimana prossima avremo un incontro su questo tema con la vice-presidente del Parlamento Europeo Luisa Morgantini, che ha anche promesso di aprire una discussione al riguardo all’interno del Parlamento. Oggi Giorgio Schultze, portavoce del Nuovo Umanesimo in Europa, ci dà il cambio cominciando uno sciopero della fame con l’obiettivo di ottenere una chiara presa di posizione del Parlamento Europeo su questo progetto degli Stati Uniti. Scioperi della fame a sostegno della nostra lotta si stanno inoltre svolgendo in Australia, USA, Italia, Spagna, Germania, Austria e Ungheria.

Oggi a mezzanotte sospenderemo lo sciopero della fame, ma nello stesso momento nel nostro paese ne comincerà uno a staffetta, con personalità di tutti i campi che faranno un digiuno simbolico di 24 ore. Domani comincerà Peter Uhl, ex- dissidente di Carta 77 e attivista indipendente. Nei giorni successivi lo seguiranno il sociologo Jan Keller, l’artista Anna Geislerova, la senatrice Alena Gajduskova, il membro dell’Accademia delle Scienze Ceca Petr Pokorny, la deputata Olga Zubova, il giornalista Jakub Patocka, l’artista Lenka Vlasakova, il giornalista radiofonico Jeronym Janicek e molti altri. Sappiamo che artisti, cantanti, sindacalisti, dissidenti, accademici, politici, scienziati, ecologisti e altri ancora appoggiano lo sciopero della fame. 
Tutti voi che appoggiate la nostra protesta potete aiutarci a diffonderla ancora di più partecipando il 22 giugno a una giornata mondiale di sciopero della fame contro il sistema delle Guerre Stellari, di cui la base radar in Repubblica Ceca fa parte. Questa protesta è la reazione al nostro sciopero della fame e lo amplia a livello mondiale. Sappiamo già che parteciperanno persone di tutti i continenti.

Con lo sciopero della fame a catena ci proponiamo la stessa cosa che abbiamo proposto la settimana scorsa al Ministro degli Esteri: sospendere le trattative sul radar per un anno.
L’installazione del radar in Repubblica Ceca è una decisione storica, che andrebbe presa solo dopo un’ampia discussione pubblica e con l’accordo della maggioranza dei cittadini. Prenderla in questa atmosfera avvelenata e colma di sfiducia avrebbe una conseguenza negativa sulla società ceca per molto tempo. La speranza di libertà e democrazia reale diffusa dopo la Rivoluzione di Velluto si trasformerebbe ancora una volta in sfiducia nei confronti delle istituzioni, impotenza e tradimento.

Un’atmosfera altrettanto negativa domina nell’Unione Europea, dove molti ritengono che questo piano stia dividendo l’Europa.

Questo progetto incontra opposizione anche negli Stati uniti e perfino membri del Congresso hanno posto diverse condizioni al suo finanziamento. Tutto questo accade mentre la popolarità di Bush in patria e all’estero è bassissima. Perché allora tanta fretta?

Suggeriamo quindi di sospendere i negoziati per un anno, di aprire una profonda discussione sull’argomento in Repubblica Ceca, di ottenere la posizione dell’Unione Europea su questo piano e di attendere la posizione della nuova amministrazione statunitense.
Facciamo appello a tutta la gente che non è d’accordo con questo piano perché non rimanga in silenzio, ma cominci ad attivarsi. “Democrazia” non è solo una parola, o un voto dato ogni quattro anni, ma significa partecipazione attiva di ogni individuo. Non basta “farsi gli affari propri”. Bisogna interessarsi a ciò che accade nella società e creare attivamente tale società.

Ringraziamo ancora una volta tutti per il loro appoggio e ringraziamo anche i giornalisti per l’attenzione e il rispetto che hanno mostrato riguardo a questo argomento.”

Jan Tamas
Jan Bednar
Movimento Umanista


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