Svět bez válek a násilí

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Chomsky: lo scudo spaziale è un'arma di attacco

DICHARAZIONE DI ARIEL DORFMAN IN APPOGGIO ALLO SCIOPERO DELLA FAME

22.5.2008

Cari Jan Tamas e Jan Bednar, 
nel 1968 il vostro popolo è stato un faro per un mondo assetato di giustizia e libertà. Sebbene la vostra Primavera di Praga fosse ispirata da profondi movimenti sociali, è cominciata con persone che si sono alzate in piedi per difendere i loro diritti e hanno anticipato il futuro osando chiedere di avere voce nel presente. Quarant’anni dopo voi avete cominciato uno sciopero della fame con la semplice richiesta di un referendum, perché i cittadini della vostra repubblica possano scegliere la pace e la nonviolenza al posto della guerra e dell’aggressione. Io rendo onore al vostro tranquillo eroismo, lo stesso tipo di resistenza che ha abbattuto la dittatura di Pinochet in Cile. Avete la mia eterna ammirazione. Che possano esserci molte Primavere di Praga, Primavere Cilene e anche Primavere negli Stati Uniti. Prego che le vostre voci e i vostri corpi vengano ascoltati.

Con solidarietà, 

Ariel Dorfman 
 
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Ariel Dorfman (nato a Buenos Aires il 6 maggio 1942) è un romanziere, saggista, accademico, autore di testi teatrali e attivista per i diritti umani cileno. La sua opera più famosa, “La morte e la fanciulla” descrive l’incontro tra una vittima della tortura e l’uomo che lei ritiene il suo torturatore. Nel 1994 ne è stato tratto un film interpretato da Sigourney Weaver e Ben Kingsley e diretto da

Roman Polanski. 
 
Dorfman, che è ebreo, è nato in Argentina, ma la sua famiglia si è trasferita negli Stati Uniti poco dopo la sua nascita, per poi andare a vivere in Cile nel 1954. Ha frequentato e in seguito insegnato all’Università del Cile e nel 1967 ha preso la cittadinanza cilena.

Dal 1970 al 1973, Dorfman ha fatto parte dell’amministrazione del presidente Salvador Allende. Dopo il colpo di stato del generale Augusto Pinochet è stato costretto all’esilio. 
Dal 1985 insegna alla Duke University letteratura e studi latinoamericani.

Dal ritorno della democrazia in Cile, nel 1990, divide il suo tempo tra Santiago e gli Stati Uniti.

I suoi lavori affrontano spesso il tema degli orrori della tirannia e delle difficoltà dell’esilio. Assai critico nei confronti di Pinochet,  Dorfman ha seguito la vicenda della sua estradizione per il giornale spagnolo El País e altre pubblicazioni.


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