Svět bez válek a násilí

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Chomsky: lo scudo spaziale è un'arma di attacco

Il governo ceco e quello statunitense reagiscono alla protesta con una campagna di diffamazione. Chi si nasconde dietro i giornalisti a favore del radar? Chi li finanzia?

18.5.2008

Ci capita ogni tanto di leggere articoli che degradano e diffamano coloro che protestano contro il radar. Le accuse sono sempre le stesse: bolscevichi, estremisti, membri di una setta, terroristi e cosi via.

Articoli o servizi televisivi di questo tipo appaiono di solito nei momenti in cui la protesta diventa più forte. Lo scorso anno alla manifestazione del 17 novembre hanno aderito vari sindacati, tra cui quello della polizia, un segnale che la politica distruttiva e arrogante del governo stava arrivando ad un punto limite. Giorni dopo Jan Tamas, portavoce del movimento controle basi, ha incontrato l'ex primo ministro Milos Zeman, che si è espresso contro il radar. In tutte e due le occasioni quasi tutti i media hanno nascosto l'informazione, mentre sono apparsi articoli diffamatori. Lo stesso è accaduto alcuni giorni fa prima dell'inizio dello sciopero della fame.

Il senso di queste campagne denigratorie non è solo colpire direttamente chi dà fastidio, ma anche e soprattutto distogliere l'attenzione da quello che sta succedendo, evitare qualsiasi discussione e confronto ed impedire che l'informazione „pericolosa“ arrivi alla gente.

Quando affermiamo che è stata organizzata una campagna denigratoria nei confronti di chi protesta contro il radar vogliamo dire una cosa precisa.

Nei quotidiani e nei periodici spesso appaiono degli articoli che nel gergo giornalistico si chiamano PR - public relations. Un'azienda paga e si scrive un articolo che parla bene del suo prodotto. E' una delle migliori forme di pubblicità, perchè il lettore crede di trovarsi davanti all'opinione di una persona neutrale ed esperta in quel campo. A volte nelle riviste trovate un articolo, per esempio sulle creme di bellezza, che parla di nuove scoperte e al cui interno compaiono i nomi di alcuni prodotti commerciali. Nella pagina accanto o in quelle successive poi compare anche una pubblicità di quel prodotto, per rafforzare l'impatto psicologico.

Spesso questi articoli sono più indiretti: spiegano per esempio che alcuni scienziati hanno effettivamente sperimentato nuove sostanze per la pelle, che lo sviluppo della scienza fa miracoli e cosi via. Sono articoli che predispongono all'acquisto di prodotti di bellezza.

Lo stesso avviene su temi di rilevanza politico-sociale. Negli Stati Uniti è risaputo che alcune industrie belliche finanziano agenzie lobbistiche. Queste agenzie pubblicano a pagamento articoli PR, organizzano seminari per scienziati e uomini di cultura senza scrupoli, creando cosi un'atmosfera favorevole ai loro progetti. Un articolo molto chiaro su questo tema è stato pubblicato sul New York Times del 13 giugno 2000 »

Da noi accade lo stesso. Gli articoli apparsi su alcuni giornali, che insinuano legami degli antiradaristi con i russi, sono articoli a pagamento, articoli PR. Se li leggete con attenzione, vi renderete conto che questi articoli non dicono nulla di preciso, né presentano un ragionamento logico, ma si limitano a fare allusioni ed a creare un'atmosfera di sospetto. Per esempio in un articolo apparso pochi giorni fa si dice che un'azienda che ha regalato alcuni cartelloni stradali al movimento di protesta „ha una filiale in Russia“.

Al lettore distratto, abituato ormai a informazioni superficiali che suonano solo come slogans, la parola Russia suscita forti sensazioni e potrebbe rimanere una sensazione di sospetto. Il lettore più attento o più sensibile si renderà conto invece che qualcosa non quadra e penserà: „Ma tante aziende ceche hanno una filiale in Russia! Ce l'ha perfino la Coca Cola! Qual è il problema?“

Il lettore attento osserverà anche che sono sempre gli stessi giornali a pubblicare questi articoli; potrebbe scoprire che dietro questi giornali si nascondono famiglie tedesche molto potenti, i cui nomi non si conoscono, e che vogliono interferire nella vita politica della nostra repubblica.

Conosciamo queste agenzie, i legami che hanno con personaggi importanti della vita politica e come rappresentano gli interessi delle aziende USA coinvolte direttamente nella costruzione del radar.

Questo è il vero problema! Le aziende produttrici di armi manovrano la vita politica del nostro paese. Il progetto USA prevede investimenti di circa 5 miliardi di dollari. Se volessero usare anche solo l'1% di questa cifra per manipolare i politici, i mezzi d'informazione e la popolazione, si tratterebbe comunque di 50 milioni di dollari!

Speriamo che i giornalisti seri, che sono la maggioranza, trovino il coraggio di informarci veramente su quanto sta accadendo alla nostra giovane democrazia.

Jan Bednar

Nota: in Italia la situazione non è molto diversa. Tutti conoscono i monopoli che controllano l'informazione.


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